Molti pensano che la frontiera ultima del mondo dell’informatica sono tablet potenti ed economici che con il tempo sostituiranno PC Portatili e Desktop. Sicuramente la tendenza è questa ma nei conti ci va messo anche il rivoluzionario Raspberry Pi Zero.
Forse questo nome non dice molto ai più ma basta spiegare cosa fa per inquadrarne il potenziale rivoluzionario: offrire un PC a tutti con meno di 5 euro.
Il progetto Raspberry
Come si fa a vendere un PC a 5 euro? Grazie alla miniaturizzazione ed alla flessibilità. Il progetto Raspberry è nato in Inghilterra nel 2007 come progetto dell’ente di beneficenza “Raspberry Pi Foundation” con il proposito di fornire un PC economico per finalità educative. L’idea quindi si basa su un PC le cui componenti principali sono distribuite su una sola scheda elettronica grande meno di una carta di credito. Un Raspberry, di cui ne esistono sei versioni contando l’ultima, contiene un processore, una scheda di RAM, porta HDMI per il monitor, una o più porte USB e a seconda delle versioni, ingresso Ethernet, modulo WiFi e/o Bluetooth. Non ha Hard Disk e per la memoria si affida alle schede SD.
Le precedenti versioni però costavano tra i 20 e 30 dollari, solo l’ultima versione, Zero ha raggiunto il prezzo di 5 dollari pur montando un hardware più potente e performante. Secondo i fondatori del progetto Raspberry l’obiettivo di questi PC economici è quello di poter permettere agli studenti di oggi di appassionarsi all’informatica con computer economici e potenti con cui “smanettare”.
Un poco come ai tempi dei pionieri dell’informatica e dei Commodore.
Effettivamente un Raspberry permette di fare moltissime cose: una volta ottenuta la scheda si può assemblare il resto del PC in modo molto flessibile, aggiungendo un HUB USB per collegare l’hardware che preferiamo, quindi a fronte di un costo comunque irrisorio possiamo avere un pc completo e funzionante.
Raspberry però non è solo destinato a chi vuole imparare l’informatica mettendo mani ovunque, agli enti educativi e no profit o ai Paesi in via di sviluppo: questa “tessera intelligente” con un poco di pazienza e inventiva può con pochi euro diventare il cervello di molte applicazioni tecnologiche. C’è chi lo ha usato per la domotica, come computer centrale che controlla le funzioni di casa come allarmi, riscaldamento, porte automatiche, risparmiando su sistemi che di solito costano migliaia di euro. C’è invece chi lo ha usato per impianti audio e video, collegandolo ad account di Netflix e Spotify, chi ci si è divertito costruendo Robot ed Emulatori di Sale Giochi, e chi l’ha sfruttato per creare la modifica PS4.
Raspberry Pi Zero
L’ultimo modello in particolare monta un processore Broadcom BCM2835 (core ARM11 1GHz), ha 512 MB di RAM, uno slot per scheda microSD, una presa mini-HDMI con supporrto video a 1080p a 60 fotogrammi al secondo, una porta micro USB il tutto per una dimensione di 65 mm × 30 mm × 5 mm. Il sistema operativo, come gli altri Raspberry è basato sul software libero Linux, in questo caso particolare si chiama Raspbian e permette funzioni simili ad un normale computer.
Si tratta della prima volta che un PC viene messo sul mercato al prezzo di 5 dollari.
Il successo di un progetto visionario
Raspberry sta avendo un successo straordinario di molto oltre le aspettative dei creatori. Infatti sono già stati venduto in tutto il mondo 10 milioni di Raspberry e la Raspberry Pi Foundation ha già messo in commercio accessori come ad esempio il Case ufficiale oppure un Raspberry Pi Starter Kit, che contiene un Raspberry Pi 3, una scheda SD da 8 GB con il sistema operativo NOOBS, il case ufficiale, un alimentatore da 2,5A compatibile con le prese di tutti i Paesi del mondo, un cavo HDMI da un metro, mouse, tastiera e il libro Adventures in Raspberry Pi. Il kit costa 118 Euro.
Acquistando Rasberry e accessori ufficiali si finanzia la Fondazione e molti altri progetti educativi e di beneficenza, ma esistono anche accessori non ufficiali. Molto interessante può essere ad esempio il kit per trasformare il Rasberry Pi in una sorta di piccolo tablet. Il Kit disponibile su Amazon permette di inserire il Raspberry in un case protettivo con dissipatori, un touchscreen e una touchpen. L’estetica non sarà quella di un iPad ma piuttosto quella di una piccola scatola, ma visto che la scatola costa meno di 25 euro si può avere un tablet molto performante, resistente, facile da portare ovunque e flessibile da usare, che costa complessivamente meno di 50 euro.
Per qualsiasi informazione sui progetti Raspberry, per materiale informativo e curiosità si può consultare il sito ufficiale www.raspberrypi.org