Tra gli interventi di recupero dati più diffusi sul mercato, quelli che riguardano gli hard disk danneggiati sono molto richiesti e comuni, visto che tali supporti vengono usati per molteplici scopi, sia in ambito privato che a livello professionale. Sono molte dunque, le finalità di archiviazione dei dati che possono essere conseguite mediante i dischi fissi. Quasi tutti gli interventi di recupero dati che coinvolgono questi dispositivi sono di tipo tecnico, il che vuol dire che per essere portati a termine hanno bisogno di tecnici altamente qualificati e di strutture all’avanguardia.
Il recupero dati da un hard disk
Ci sono tanti modelli di hard disk sul mercato, e di conseguenza tanti supporti con caratteristiche diverse: per altro, versioni differenti di uno stesso modello possono variare le une dalle altre in modo significativo. Il problema è che, a dispetto della notevole evoluzione delle tecnologie, ad oggi non ci sono hard disk che possano essere considerati immortali: tutti possono danneggiarsi, per colpa dell’usura, di un guasto o di qualsiasi altro inconveniente. Perché il recupero dati possa risultare efficace e garantire i risultati che si auspicano, è essenziale che esso venga effettuato in modo tempestivo ma, al tempo stesso, con prudenza. In casi del genere il fai da te è decisamente sconsigliato, mentre conviene affidarsi a uno staff di professionisti in grado, prima di tutto, di riconoscere il tipo di danno con cui si ha a che fare.
I danni logici
Non è detto, infatti, che i danni siano sempre di tipo fisico: potrebbero essere anche di natura logica. Ciò avviene nel momento in cui il disco funziona, ma l’utente non è in grado di accedere ai file presenti al suo interno. Le ragioni possono essere molteplici: un errore del file system, una cancellazione accidentale, l’esistenza di un malware, e così via. Nel caso degli hard disk piuttosto datati, poi, non è raro che si manifesti un danno di natura magnetica, a causa del quale alcune aree del disco non possono essere lette.
I danni fisici
Quando si parla di danni fisici, invece, si fa riferimento a problemi che coinvolgono la meccanica del disco fisso, e che possono essere stati provocati da uno sbalzo di tensione o da un altro tipo di guasto elettrico, ma anche da un urto, magari seguente a una caduta. Un’altra eventualità da non sottovalutare è il danneggiamento dei sensori GMR, che servono ad assicurare la scrittura e la lettura dei dati sulla superficie magnetica del disco. Tali sensori hanno il difetto di risultare molto fragili: di conseguenza, qualora si dovessero danneggiare risulterebbe impossibile usufruire dei dati dell’hard disk. Un ulteriore motivo di problemi o inconvenienti va individuato nel grippaggio del motore, che si verifica quando la sua rotazione si arresta: anche in questo caso accedere ai dati contenuti diventa un problema.
Come si svolge il recupero dati
Solo individuando in maniera corretta le origini del problema è possibile identificare il modo più appropriato per intervenire: i problemi di tipo logico, infatti, potrebbero richiedere un intervento diverso rispetto ai danni fisici, che in genere presuppongono che l’hard disk venga aperto in camera bianca. Insomma, il primo fondamentale passo per il recupero dei dati è la diagnosi, da cui non si può prescindere se si vuol capire con che tipo di problema si ha a che fare. Non operando in una camera bianca, il rischio di perdere la totalità dei dati è molto concreto.
Cos’è la camera bianca
La camera bianca non è altro che un locale reso asettico per consentire l’esecuzione degli interventi contraddistinti da una valenza tecnica elevata. In questo ambiente l’aria è più pura del normale fino a 50mila volte: ciò permette di intuire quanto siano delicati gli interventi di recupero dati, che a seconda dei casi possono richiedere la sostituzioni di particolari componenti e, di conseguenza, la disponibilità di prodotti gemelli. Il che, come si può intuire, potrebbe non essere così semplice se il device su cui si deve intervenire non è molto recente.