Quanto dura in media uno smartphone? Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto l’aiuto del team di riPhone.it, realtà specializzata nella riparazione cellulari Verona. Questa azienda si occupa di fornire assistenza non solo per iPhone, iPod, iPad e Mac, ma anche per dispositivi Nokia e device Samsung. Insomma, il suo staff si di cosa si parla quando si affronta il tema della vita media degli smartphone.
Quali sono i fattori che influenzano il ciclo di vita di un telefono al giorno d’oggi?
Le variabili in gioco sono essenzialmente due: da un lato gli incidenti che si possono verificare, e dall’altro lato la cosiddetta obsolescenza programmata. Come è facile intuire, la rottura dello schermo o altri episodi accidentali, come per esempio una caduta, non possono che accorciare la durata di uno smartphone (e ovviamente questo discorso vale anche per qualunque altro tipo di dispositivo elettronico). Per quel che riguarda l’obsolescenza programmata, invece, essa consiste nella tendenza dei prodotti elettronici a perdere la propria efficienza o addirittura a guastarsi in modo definitivo dopo un certo lasso di tempo.
Perché uno smartphone si rompe?
Gli episodi che si possono verificare sono i più vari, e quelli in apparenza più bizzarri si rivelano più frequenti di quel che si possa immaginare. Per esempio la caduta del telefono nel water, che sembra un episodio da barzelletta ma che in realtà accade molto spesso, vista l’abitudine di usare lo smartphone quando si è in bagno. Nel 7 per cento dei casi, gli smartphone cadono mentre i possessori sono impegnati a farsi un selfie, e addirittura in un caso su cinque vengono appoggiati sul tettuccio della macchina e poi dimenticati lì. Così, quando l’auto riparte, il telefono fa una fine non proprio piacevole.
Insomma, il telefono è un compagno di vita fedele, ma se trattassimo i nostri amici come trattiamo i telefoni saremmo autori di stragi continue
Proprio così. La rottura dello schermo, in particolare, è una situazione in cui incappa un possessore su due, che a quel punto si ritrova a fare i conti – anche in senso letterale – con costi di riparazione abbastanza elevati. È anche questo il motivo per il quale tendiamo a cambiare smartphone più o meno una volta ogni due anni, come se i device che ci ritroviamo tra le mani fossero più fragili di quel che sospettavamo.
E l’obsolescenza programmata che cosa c’entra?
È ormai assodato che i dispositivi digitali dopo un certo lasso di tempo iniziano ad andare incontro a problemi di funzionamento e guasti di vario genere. Così, finisce che in Italia il telefono viene cambiato in media una volta ogni 2 anni, mentre in Gran Bretagna si resiste fino a 2 anni e mezzo; negli Stati Uniti, invece, la media è di una volta ogni anno e mezzo. Certo è che in molti casi lo smartphone non viene sostituito perché si è rotto o ha smesso di funzionare, ma solo per vezzo, per l’esigenza di rispondere a una certa aspettativa sociale. Insomma, è uscito un modello nuovo, e quindi quello vecchio merita di finire nel dimenticatoio.
Quali altre ragioni ci inducono a cambiare cellulare?
La scadenza dell’abbonamento è uno dei motivi più comuni, insieme con la disponibilità, nei modelli nuovi, di caratteristiche tecniche inedite che non erano presenti sui telefoni vecchi. Non va sottovalutato, poi, il ruolo delle offerte vantaggiose, che si possono concretizzare sotto forma di promozioni limitate, di sconti, di vendite natalizie o di occasioni particolari. Gli esempi più comuni sono quelli del Black Friday e del Cyber Monday, appuntamenti a cui ormai nessuno vuole più rinunciare.